Cos’è l’educazione musicale e a cosa serve

Last modified date

Con l’espressione “educazione musicale” si intendono non solo gli interventi scolastici (o alternativi e paralleli a quelle sedi) che puntano a insegnare la musica, a produrla e a fruirne. Quando si parla di educazione musicale, e particolarmente nel nostro Paese, si tende a sovrapporre l’insieme delle discipline di insegnamento della musica con quanto avviene nei conservatori e in altre scuole analoghe, dimenticando tutti quegli approcci pedagogici che meriterebbero altrettanta attenzione ma che invece sono trascurati o ridotti a curiosità.

Gli autori di questo sito vengono da studi di questo genere, dal metodo Suzuki al Martenot e, consapevoli della loro scarsa diffusione al di fuori di ambiti di nicchia, hanno deciso di dedicare uno spazio al racconto di questi preziosi strumenti di apprendimento.

La musica come pedagogia

Sia che si diventi genitori, sia che si abbia semplicemente a cuore un bambino a noi vicino, pensiamo si possa essere d’accordo nel dire che ciascuno di noi desidera che ogni piccolo possa essere più sereno, più in contatto con la propria creatività, più socievole: in breve, che possa avere un’infanzia migliore di quella di chi lo ha preceduto.

Ebbene, i metodi di apprendimento musicale che abbiamo citato, insieme ad altri che troverete illustrati su queste pagine, sembrano avere proprio questi effetti. L’assurdità, se così si vuole definirla, è che metodi più ad ampio spettro come la Scuola steineriana o il Metodo Montessori sono ampiamente diffusi, popolarissimi anche a tanti anni dalla loro creazione, mentre ciò non accade con il solo approccio all’insegnamento della musica.

Crediamo che ciò dipenda anche e soprattutto da una mancanza di visibilità, cosa alla quale intendiamo rimediare attraverso i contenuti di questo portale. Qui troverete nozioni di base ma anche le differenze fra una metodologia e l’altra, in modo da poter approfondire liberamente, anche attraverso altre risorse, quelle che sollecitano di più la vostra sensibilità.

Approcci non solo per bambini!

È importante sottolineare che anche se la totalità di questi orientamenti all’educazione musicale è stata pensata per bambini piccoli o piccolissimi, in realtà non c’è nulla che impedisca anche a un adulto di approcciarvisi.

Certamente, bisognerà lasciar andare delle zavorre e dei condizionamenti che ci sono stati imposti dalle scuole dell’obbligo, ma senza dimenticare che personaggi come Zoltán Kodály, Émile Jaques-Dalcroze o Carl Orff erano già in età avanzata quando hanno messo per iscritto le loro teorie, testandole sui propri cari o su se stessi prima di trovare una platea disponibile all’ascolto: basta non avere pregiudizi!

Una nota sulla musicoterapia

Quando parliamo di educazione musicale, attenzione a non confonderla con la musicoterapia: in questo caso si usa il linguaggio non verbale (per l’appunto quello musicale) per educare, sì, ma soprattutto per riabilitare e fare terapia.

nicola